Styx

Styx

Styx

  • 94 min.
  • Drammatico
  • 2018 (Germania, Austria)

Colonia: pochi secondi dopo un incidente stradale, il ferito è tratto in salvo, circondato di macchine e soccorsi, esempio perfetto dell’Occidente capitalista, efficiente e garantito. Il medico dell’ambulanza è Rike. Con uno stacco repentino, Rike, quarantenne, appassionata velista (interpretata da Susanne Wolff, essa stessa con patentino internazionale di velista), parte, solitaria, da Gibilterra – dove le scimmie (le “bertucce di Gibilterra”, simbolo della colonia) si aggirano in un apparentemente simbiotico rapporto fra natura e cultura – con la sua barca modernissima e attrezzatissima alla volta dell’isola di Ascensione, un paradiso in terra in mezzo all’Oceano Atlantico, fra l’Africa e il Sudamerica.
Nei momenti di bonaccia sfoglia un sontuoso volume illustrato che le mostra in anteprima quel che vedrà con i suoi occhi. Anche in situazioni estreme si sa destreggiare con grande perizia, neanche una tempesta di quelle forza 9 le fa perdere il controllo, la macchina da presa le gira intorno, da ogni possibile posizione la tallona e lei è sempre padrona del piccolo mondo della barca, del grande mondo dell’oceano. Dopo una tempesta si trova non lontano di un battello alla deriva pieno di persone che hanno urgente bisogno di aiuto… Solo un ragazzo, nuotando disperatamente, riesce ad aggrapparsi alla barca di Rike, molti altri naufraghi la barca non li conterrebbe comunque… Ma Rike non si dà per vinta, e neanche il ragazzino – che indossa una maglia di Ronaldo, simbolo del nostro paradiso – si dà per vinto e, accompagnando il gesto con la recitazione di una specie di rosario laico, butta in mare una bottiglia d’acqua per ogni amico, fratello, compagno che forse non ce la farà a salvarsi. Dopo reiterati “S.O.S”, la guardia costiera ordina a Rike di non immischiarsi perché non ha i mezzi per essere d’aiuto,
ma il suo senso di responsabilità la tormenta. Se ne andrà sapendo che delle persone perderanno la vita in mare?

  • Regia:Wolfgang Fischer
  • Interpreti:Susanne Wolff, Gedion Wekesa Oduor, Alexander Beyer, Inga Birkenfeld
  • Fotografia:Benedict Neuenfels aac/bvk
  • Montaggio:Monika Willi, aea
  • Produzione:Marcos Kantis, Martin Lehwald, Michal Pokorny con il sostegno di Film- und Medienstiftung NRW, Eurimages - Council of Europe, Austrian Film Institute, Malta Film Commission, German Federal Film Fund, Medienboard BerlinBrandenburg, German Federal Film Board, Federal Government Commissioner for Culture and Media
  • Distributore:Cineclub Internazionale Distribuzione
  • Scrive Antonio D’Onofrio su Sentieri Selvaggi: ” Il dramma invita a riflettere sull’indifferenza dello sguardo, sul rimedio di girare la testa da un’altra parte fingendo di non vedere, e pensare che sì, basta chiudere gli occhi per un istante, per riaprirli sopra un’altra distrazione, allontanando il problema invece di affrontarlo. Styx di domande né solleva parecchie e lascia allo spettatore nella scomoda posizione di interrogarsi su un personale principio di colpa basato su un’impotenza volontaria, creata tralasciando completamente di prendere almeno visione di una possibile alternativa.”