Dilili a Parigi

Dilili a Parigi

Dilili à Paris

  • 95 min.
  • Animazione
  • 2018 (Francia, Belgio)
Nella Parigi della Belle Époque, con l’aiuto di un giovane fattorino, la piccola canaca Dilili indaga su una serie di rapimenti misteriosi in cui sono coinvolte alcune bambine. Nel corso delle indagini incontreranno personaggi straordinari che li aiuteranno fornendo loro gli indizi necessari per scoprire il covo segreto dei Maestri del Male, i responsabili dei rapimenti.
  • Regia:Michel Ocelot
  • Musiche:Gabriel Yared
  • Montaggio:Patrick Ducruet
  • Produzione:Nord-Ouest Productions, Studio O, Arte France Cinéma
  • Distributore:Movies Inspired
  • Scrive Giulia Lucchini su Cinematografo.it: “E’ un’opera d’arte il nuovo film d’animazione del regista francese Michel Ocelot. Come tutti i capolavori che lui stesso riprende nella pellicola. La piccola ragazzina kanak di nome Dilili, troppo chiara di pelle per gli abitanti della Nuova Caledonia e troppo scura per i francesi, ci guiderà in un meraviglioso viaggio nella Parigi della Belle Epoque. (…) Berremo così l’assenzio nel celebre Moulin Rouge insieme a Toulouse Lautrec e Edgar Degas, nei locali di Montmatre incontreremo la famosa signora con il cappello nero della stampa Divan Japonaise (1893), sempre di Lautrec, conosceremo Marcel Proust, all’epoca ancora aspirante scrittore, La divina Sarah Bernhardt, ammireremo le ninfee di Monet, i dipinti di Renoir, le sculture di Rodin e di Camille Claudel, i manifesti di Mucha e infine ci affacceremo dall’alto della Tour Eiffel insieme al suo grande costruttore e voleremo a bordo di un dirigibile progettato da niente po po di meno che da Ferdinand von Zeppelin. Tra art déco e stile liberty saremo catapultati in un universo coloratissimo dove l’animazione si mescola con le fotografie reali di Parigi (“perché è una città troppo bella per essere riprodotta”, dice il regista) e guarderemo il mondo con la stessa meraviglia dello sguardo di Dilili. Ma allo stesso tempo da adulti leggeremo tra le righe tante questioni profonde dei nostri tempi che Ocelot, convinto assertore della semplicità, si e ci pone con il suo stile essenziale. Già in Kirikù e la strega Karabà il regista francese aveva sottolineato l’esigenza di un rapporto paritario tra uomo e donna e nel successivo Principi e principesse aveva riletto le fiabe tradizionali in chiave femminista, con Dilili si spinge ancora più avanti nella difesa delle donne.”

     

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