DAU. NATASHA

DAU. NATASHA

DAU. Natasha

  • 135 min.
  • drammatico - Biografia
  • Russo con sottotitoli in italiano
  • 2020 (Germania, Ucraina, Gran Bretagna, Russia)

L’hanno definito, con fare alquanto oltraggioso anche se molto oggettivo, il Truman Show staliniano. Non DAU. Natasha, il film, nelle sale italiane dal 26 agosto, ma l’intero progetto Dau del regista russo Ilya Khrzhanovskiy e della sua co-regista Jekaterina Oertel, di cui Dau. Natasha è un capitolo di circa 2 ore e un quarto. Insomma, non c’è Natasha senza Dau, non c’è struttura senza sovrastruttura, non c’è il film senza l’ideologico progetto generale. Diversi anni fa Khrzhanovskiy voleva girare un biopic sullo scienziato russo Lev Landau ambientato nel centro di ricerca scientifico Dau nel periodo del potere staliniano, tra il 1938 e il 1968: l’opera russa, diretta da Ilya Khrzhanovskiy, è uno tra i tanti risultati filmici (700 ore di girato, 14 lungometraggi, 3 serie) dell’amato odiato progetto DAU: 12mila metri quadrati di set nel nord est ucraino, centinaia di attori non professionisti immersi ed isolati per tre anni nel ricreare l’epopea dell’istituto scientifico sovietico DAU.

Dau. Natasha mostra in medias res la quotidianità della cameriera di mezza età Natasha, dispoticamente naif verso la giovane collega Olya con cui lavora nella mensa dell’istituto Dau zeppa di guardie armate, dottorini sovietici con orbite strabuzzate e occhiali spessi, e da un calvo maturo scienziato francese che sembra occuparsi degli effetti delle radiazioni e di fisica quantistica. Dopo una serata alcolica, Natasha finisce a letto e si accoppia con il francese. Gesto che però le costa la pena dolorosissima di un interrogatorio fiume e violento del KGB.

Natasha ha qualcosa di estremamente riuscito a livello etico/estetico. Khrzhanovskiy raccoglie la lezione provocatoria di tanti “maestri” di un realismo spinto verso il crinale della violenza non camuffata nella messa in scena (Lars mon amour), ma è come se una volta ottenuto l’obiettivo dell’effetto psicologico scioccante su personaggi e spettatore, l’autore deviasse in impercettibili stacchi di montaggio sull’asse per non sguazzare nel dolore, nel panico, nella disumanizzazione. Del resto l’esperienza di full immersion, compresi i pugni, i capelli tirati, i rapporti orali e lo stupro con un collo di bottiglia, dell’attrice principale, è stata al centro di mille polemiche tra cui una lettera indignata di un gruppo femminista russo proprio durante la giornata di premiazione berlinese (DAU. Natasha ha vinto un premio speciale, ndr). Vedere per capire e farsi un’idea. Ovviamente col green pass, tanto per restare in tema. (Davide Turrini – il fatto quotidiano.it)

 

  • Regia:Ilya KhrzhanovskiyJekaterina Oertel
  • Interpreti:Natalia Berezhnaya, Olga Shkabarnya, Vladimir Azhippo, Alexei Blinov.
  • Distributore:Teodora Film
  • INFO LEGATE ALL’EMERGENZA DEL CORONA VIRUS:

    GREEN PASS: dal 6 agosto 2021 sarà necessario essere in possesso di Cerficazione verde COVID-19 o Green Pass  ai sensi del D.L.23 luglio 2021 n.105. Il Green Pass verrà controllato all’ingresso del cinema tramite app dedicata

    Per ottenere il green pass è necessario:

    Che siano trascorsi almeno 15 giorni dalla prima dose di vaccino anti Covid-19;essere negativi ad un test molecolare o antigenico rapido nelle ultime 48 ore; essere guariti dal Covid-19 negli ultimi sei mesi.

    DISTANZIAMENTO: in rispetto delle regole di distanziamento imposte per l’emergenza legata al contenimento del covid, i posti in sala sono limitati e rispettano la distanza di un metro tra ogni spettatore e relativi separatori ove necessario

    RILEVAZIONE TEMPERATURA non superiore 37,5°

    PRENOTAZIONE: consigliamo di acquistare i biglietti on line

    MASCHERINA: L’accesso in sala è consentito solo con mascherina. NON saranno però accettate le mascherine di stoffa.

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