Fitzcarraldo – Cinemino Classics

In una remota regione dell’Amazzonia peruviana, un uomo nutre un sogno impossibile: costruire un teatro d’opera nel cuore della giungla, affinché le note di Caruso possano risuonare tra gli alberi e le acque del Rio delle Amazzoni. Fitzcarraldo, visionario al limite della follia, è disposto a tutto pur di trasformare il suo desiderio in realtà. Anche a sfidare la natura e la logica, trascinando una vera nave attraverso una montagna, con l’aiuto delle popolazioni indigene che osservano il suo delirio con un misto di perplessità e fede primordiale.

Ma dietro la favola di un uomo contro l’impossibile, si nasconde il ritratto decadente di un’epoca e di un cinema che osa ancora rischiare, eccedere, fallire in grande. Con un linguaggio visivo di brutale bellezza, Herzog non si limita a raccontare un sogno: lo mette in scena con la stessa ossessiva ostinazione del suo protagonista, rifiutando trucchi e scorciatoie, inseguendo immagini che appartengono più al mito che al racconto.

Tra fango, sudore e lirismo, il film si fa riflessione sull’alterità, sul rapporto tra civiltà e natura, sul confine sottile che separa il genio dalla follia. In Fitzcarraldo – incarnazione definitiva dell’eroe herzoghiano, sospeso tra grandezza e rovina – si consuma l’ultimo atto di un cinema che crede ancora nella vertigine dell’impresa, nell’umanità del fallimento, nella forza primordiale del sogno.