LA CORDIGLIERA DEI SOGNI

LA CORDIGLIERA DEI SOGNI

La cordillera de los suenos

  • 85 min.
  • documentario
  • v.o. con sottotitoli in italiano
  • 2019 (Francia)

L’opera segue il viaggio al Nord, nel deserto di Atacama, per Nostalgia della luce, e a Sud, in Patagonia, per La memoria dell’acqua, Patricio Guzmán chiude la trilogia con La cordillère des songes. Il territorio fisico cileno indagato come testo emotivo, ricordo e memento di un periodo storico – la dittatura di Pinochet- che ha riscritto, ferocemente dilaniato una cultura antica di ventimila anni, ferito al cuore il paese e il suo popolo.
Per il regista cileno, che ha lasciato la sua terra dopo il colpo di Stato del ’73 e non è mai tornato a viverci, superare la cordigliera delle Ande significa entrare nel paese dell’infanzia, viaggiare nel passato, in un luogo che non ha più carattere di realtà materiale, trasfigurato com’è dai tanti anni di distanza e di reinvenzione

“Ne La cordigliera dei sogni, la catena montuosa è un fondale tetro e imperioso, un’icona introiettata nell’immaginario di un paese. Ma le Ande rappresentano anche un punto di vista panottico, una trasposizione territoriale dell’età matura di Guzmán, da cui il cineasta può muovere una riflessione calma ma sofferta su ciò che è stato del paese in cui è nato, cresciuto e da cui è dovuto scappare.

“Col passare degli anni, ho rivolto lo sguardo alle montagne” pronuncia la sua voce ruvida e quieta, centellinata per tutta la durata del documentario in una dolorosa immersione nel ricordo. Come se con il tempo si fosse stancato di accontentarsi di guardare ad altezza d’uomo, quella del deserto di Atacama (Nostalgia della luce, 2010) o di quello più a sud della Patagonia (La memoria dell’acqua, 2015).

La cordigliera dei sogni è un racconto che non si accontenta di raccontare la dittatura, decidendo di arrivare a toccare i giorni nostri, passando per il proseguo neo-liberista di una nazione che ha svenduto il suo territorio e le sue ricchezze durante la ripresa economica e che si trova oggi minata nella sua identità culturale. Di fatto, la cordigliera è un agente isolante, una separazione dal resto che dovrebbe unire ciò che sta al suo interno, ma oggi, come Guzmán dichiara in apertura, i cileni vedono le Ande solo negli affreschi della metropolitana, o nelle confezioni dei fiammiferi. Dunque anche il sostrato naturale che domina la realtà cilena è di fatto depotenziato nei suoi aspetti identitari, sdoppiato tra originale e sua rappresentazione e forse irrimediabilmente scisso” (cineforum.it)

 

  • Regia:Patricio Guzmàn
  • Interpreti:Jorge Baradit, Pablo Salas, Francisco Gazitúa, Vicente Gajardo,
  • Distributore:I Wonder
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