ESTATE ’85

La nuova meravigliosa opera di Francois Ozon.

Le storie d’amore qualche volta finiscono male ma il debutto è sempre folgorante. Lo è quello di Alexis e David. Alexis affonda tra i flutti di un’estate (irre)quieta, David lo salva dal naufragio come un dio greco. Alexis ha sedici anni e una passione per i riti funerari, David pochi di più e un dinamismo che non conosce freni. Cresciuto senza slanci in una famiglia proletaria, Alexis è attirato da David, orfano di padre e figlio di una madre divorante e impudica. Tutto li separa, tutto li innamora dentro un dramma annunciato e una stagione stordente. L’ultima, spensierata e innocente, prima dell’inverno e dell’HIV (mymovies).

“La sorpresa vi assicuro sarà grandissima,quella dei film più belli,quelli che restano nella memoria. Proprio ambientato 35 anni fa(il libro invece è dell’82) nell’ anno in cui Ozon avrebbe voluto realizzarlo.Resta l’estate e la località di mare ,che dall’inglese Southend diventa la francese Treport ,dove la Bresle sfocia nella Manica separando Picardia e Normandia. Il sole abbagliante del bellissimo piano sequenza marino iniziale è subito offuscato da un’ombra. Quella della morte da cui è ossessionato il 16enne Alex, a cui sappiamo è accaduto qualcosa di grave.Un reato,per aver ballato sulla tomba del 18 David. Allora avanti e indietro nelle 6 settimane di quell’estate assolata, conosciamo l’amore stupendo fra Alex e David…..

Uno scavo luminoso profondo e oscuro nel desiderio, nella proiezione sull’altro del proprio immaginario e delle proprie aspettative.E fortissimo il tema del tempo che passa, dell’estate che va, della morte che si affaccia. Alex e David vanno in discoteca ballano insieme (la scena da brivido rimanda al fenomenale IL TEMPO DELLE MELE e alla sua sconfinata dolcezza, qui in versione omo) stanno abbracciati al Cinema,  fanno l’amore nella stanza accanto alla madre che ha capito tutto.Ma nessuno vede il loro amore, si finge di non vederlo,non lo perseguitano( i tempi già non erano quelli) e lo si mette in una zona franca impronunciabile e in fondo negazionista (termine oggi molto di moda)” Carlo Confalonieri